Il modello OAIS (Open Archive Information System) è stato sviluppato originariamente dal Consultative Committee for Space Data Systems (CCSDS), e successivamente recepito e pubblicato nel 2005 come standard ISO 14721. Successivamente il modello è stato aggiornato da CCSDS nel 2012 e subito dopo recepito come nuova versione dello standard ISO 14721. Costituisce, senza dubbio, il riferimento indiscusso per l’organizzazione dei depositi di conservazione.
Il modello OAIS non fa riferimento ad un’architettura specifica, ma si limita a definire il quadro in cui il processo di conservazione si svolge e le funzionalità richieste, che le implementazioni effettive possono poi raggruppare o suddividere in modi diversi. Questo approccio conferisce allo standard uneffettivo ruolo di riferimento condiviso e gli garantisce un più ampio orizzonte di validità e di durata nel tempo.
Il modello si basa su alcuni concetti semplici, e spesso intuitivi, e definisce chiaramente il ruolo degli attori esterni, i Produttori e la Comunità Designata, cioè l’insieme di soggetti che interessati e destinatari del processo di conservazione, e le relazioni di questi con il sistema di conservazione, che è poi l’OAIS. Inoltre specifica chiaramente la struttura degli oggetti da scambiare con il mondo esterno e da conservare.
Al centro dell’architettura OAIS è la gestione di pacchetti informativi basati su informazioni sulla rappresentazione (Representation Information – RepInfo) annidate e correlate alle esigenze di una comunità di riferimento, la Designated Community di cui abbiamo parlato sopra e che costituisce una sorta di target group utilizzato come riferimento per l’intelligibilità e la verificabilità dei processi conservativi.
Questa visione della struttura dei pacchetti informativi, che è uno dei contributi fondamentali di OAIS, corrisponde poi al concetto, ad un tempo elementare ed universale, che ogni oggetto digitale, per avere un significato, debba contenere al suo interno due componenti: il Data Object, e cioè la sequenza di bit (bitstream), che di per sé non significa nulla, e la Representation Information, che specifica le modalità di codifica dell’informazione binaria e ne fornisce quindi l’indispensabile chiave di decodifica e quindi di lettura e di interpretazione.
I pacchetti informativi previsti dal modello si riferiscono alle modalità di collegare i contenuti informativi e le informazioni rilevanti per la conservazione. Si distinguono in base alle diverse fasi di gestione del processo conservativo in Submission Information Package (SIP), che viene trasmesso nella fase di versamento dal produttore al deposito; Archival Information Package (AIP), che viene generato a partire dal SIP in fase di accettazione (Ingestion) e poi diventa oggetto diretto della conservazione deposito; Dissemination Information Package (DIP), che viene generato a partire dall’AIP per essere distribuito alla Comunità Designata per la fruizione.
Per un ulteriore approfondimento sul modello OAIS si rimanda direttamente all’ampia pagina ad esso dedicata.
Si segnalano inoltre i due moduli didattici:
Per accedere allo standard si consiglia di scaricare direttamente la versione CCSDS del 2014:
- CSDS 652.1-M-2 – Requirements for Bodies Providing Audit and Certification of Candidate Trustworthy Digital Repositories . Magenta Book. Issue 2. (2014).
gratuita ed in tutto identica alla versione ISO a pagamento.